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10 settembre 2018

Frammenti


FRAMMENTI

Sorseggiavo il mio caffè nel solito bar affollato.Ironicamente guardai la grassa cameriera al banco; trafelata e quasi infastidita dal rumore delle voci che saturavano anche l'aria. Alla mia sinistra comparve una ragazza che guardandomi disse: "Ehi...guarda che sedere ha quella! Non assomiglia a una mongolfiera?". Lo ammetto, ero divertito non tanto dalla sua battuta cattiva, ma per il fatto che aveva letto nel pensiero quello che,con vergogna, cercavo di eliminare. Aveva una strana pettinatura asimmetrica, occhi grandi e scuri,di media statura, di una bellezza quasi infantile. Non chiesi il suo nome,né lei il mio.Continuava a parlarmi sommessamente con voce confidenziale, come se mi conoscesse da sempre. Facevo fatica, a volte, a seguire certe parole perché il rumore del locale si era alzato per vaghe discussioni di calcio e di politica che si incrociavano con la descrizione delle sue ultime ore sentimentali. Mi descriveva l'opprimente rapporto con il suo compagno...Ormai erano diventati ostili ma lui non voleva perderla così facilmente, e spesso ricompariva nella sua vita soltanto per ferirla verbalmente. Ci guardavamo con passione...Complice del suo dramma, come sul palcoscenico di un teatro dove gli spettatori non ascoltano né applaudono. Uscimmo finalmente fuori dal chiasso e subito l'aria autunnale ci fece avvicinare quel tanto che bastava a sfiorarci. Sentivo l'empatia verso quel viso senza risposte, quelle gambe sottili e l'andatura quasi nervosa. Descriveva nei dettagli l'agonia del suo amore ormai sprecato,senza speranza,morto. Ripetutamente si faceva delle colpe,forse non sapeva amare sul serio. Cercava frammenti di memoria che neppure lei sapeva di avere. Diceva che la mia presenza la faceva stare bene,e mi ringraziava stringendomi a volte la mano con forza e passione.Mi innamorai come un idiota, senza motivazioni. Chissà perché ci vuole sempre un motivo valido per amare qualcuno. Il sentimento a volte può essere solo puro istinto?  "È ora che vada.Devo prendere il battello delle 10,45 e poi non vorrei farti sprecare altro tempo."  Prendendo tempo le dissi frasi senza senso, mi inciampai sulle parole, sembravo ubriaco di paura. Lei cercò di aiutarmi a non sembrare uno stupido,poi mi abbracciò e mi accarezzo' una guancia. Si girò di lato: con la sua camminata nervosa e veloce si allontanò  per l'imbarco. Un vento  leggero faceva dondolare l'acqua del lago. Volevo disperatamente seguirla. Lei si sedette di schiena, il vetro opaco del battello mi impedì di scorgerla ancora. Ritornai indietro a inseguire i miei passi. Il sole si sporco' dietro una nuvola. Volevo ancora voltarmi per guardare il lago, ma non lo feci. La luce verde del semaforo mi aiutò a non pensare.

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