VENGHINO SIGNORI,VENGHINO!
Si fa buio,
si fa presto
a dire arrivederci.
Cerchi d'acqua
buttati come fango
a chi tormenta
un torsolo di mela.
Parole ingoiate
senza ritorni
e nessuno
che regala
una domanda
gentile, suadente.
A comando si canta
una tenera canzone,
bocche si aprono
in timide stonate.
Si ascoltano sermoni
di dubbia identità
intanto ci si innamora
di qualche fantasia
da fare o da rifare
il giorno dopo.
Giovani vecchi
rubano sogni,
vecchi originali
pregano a comando
regalando aria
ai sordi di turno.
Poi tutto si dilata:
i santi scendono
in coro si inchinano.
Il direttore si gonfia,
si alza, gongola
e snocciola anatemi
di varie ed eventuali.
Tutto non finisce
ma continua a ritroso
incubo serpente.
Tutti i nasi alzati
premiati i primi posti.