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28 marzo 2020

Ciao Don Albino

Non so perchè ti scrivo.  Forse mi ha colpito troppo questa partenza. Forse voglio espiare le parole che non ti ho mai detto.
L'ultimo lavoro che ti ho visto fare è stato la potatura dell'alloro accanto all'ingresso della scuola professionale. Come sempre sei stato preciso e veloce, perchè tu non hai mai perso tempo. Lo cavalcavi come un rude cow boy, questo tempo così liquido e maltrattato dalla maggioranza delle persone.
Non eri capito, non sei mai stato apprezzato veramente da chi ti era accanto. In fondo voi sacerdoti siete uomini soli, a volte anche egoisti. Tu hai sempre pesato le parole perché ti piacevano di più i fatti. Le cazzate esistenziali dei bigotti, o i malanni sgranati come rosari non ti interessavano. Il tuo vero cuore lo mettevi in quello che facevi, sopratutto in Nigeria: terra di missione al limite della speranza.
Regalavi tanta forza e pochi sorrisi...Quelli veri li ho rivisti tutti in queste ore, come in un film spezzato involontariamente.
Oso, adesso, darti del "tu". Mentre prego per te, TU perdona me di certe mancanze e abbraccia anche Don Aldo, confratello già andato avanti.
Rimango ad aspettare qualcosa o Qualcuno a cui non potrò dire di no.


                                                     Ciao, Don!
                                             

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